Una fascia di terreno sulla quale non sono mai stati effettuati scavi archeologici, ma nella quale potrebbero trovarsi altri resti, magari collegati all’impianto termale di epoca romana per ora seppellito sotto un parcheggio in vista di fondi per una futura riscoperta e valorizzazione. Ed è proprio su quell’area che da anni si concentrano dubbi, domande e richieste di chiarimenti da parte delle associazioni che si battono per la tutela dell’area archeologica e che sono tornate alla carica dopo aver scoperto solo dalla stampa che l’iter per il permesso a costruire nell’area di proprietà della Nuova Immobiliare è andato avanti. I privati vogliono portare avanti il progetto per  l’edificazione di un complesso residenziale e commerciale da 35mila metri cubi denominato “I Portici” e sulla pratica ci sono i nulla osta archeologico e paesaggistico. Proprio all’inizio della proprietà della società che vuole costruire, al confine con il parcheggio dove sono seppellite le Terme Romane (non di proprietà della Nuova Immobiliare) la Soprintendenza ha apposto un vincolo indiretto. Un tipo di vincolo che in sostanza crea una fascia di rispetto attorno al bene da tutelare (le Terme Romane) nella quale non è possibile costruire. Infatti nel progetto de “I Portici” proprio per la presenza del vincolo indiretto non sono previste costruzioni in quel punto. Ma da tempo le associazioni si chiedono perchè quell’area nel terreno della Nuova Immobiliare non sia stata indagata dalla Soprintendenza. L’impostazione è questa: se in quell’area fossero ritrovate delle strutture collegate all’impianto termale il vincolo diretto, che ora è stato apposto solo sulle strutture termali, si estenderebbe. E con il vincolo diretto si allargherebbe anche la fascia di rispetto del vincolo indiretto in cui non si potrebbe costruire. Il funzionario di zona della Soprintendenza archeologica Alessandro  Betori, che per quanto riguarda la città di Frosinone ha sostituito la precedente funzionaria Sandra Gatti che si occupò della campagna di scavi, non boccia del tutto il ragionamento delle associazioni ma lo considera come un’ipotesi di scuola: «Quella del ritrovamento di altri resti in quella zona con il possibile ampliamento dell’area del vincolo indiretto è un’ipotesi di scuola. Non dimentichiamo però che in quell’area ci sono già altri fabbricati». Betori ha comunque difeso il lavoro svolto a Frosinone dalla Gatti su quell’area e ha confermato che l’apposizione del vincolo indiretto è funzionale proprio alla futura valorizzazione e musealizzazione delle Terme Romane. La questione di quella fascia mai scavata sembra però rimanere in sospeso nonostante siano già arrivati i nullaosta per l’edificazione. E non sembra trascurabile. In una riunione che si è tenuta il 28 ottobre del 2011, dalla Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici era arrivata proprio un’indicazione alla Soprintendenza per «valutare la possibilità di sostituire la tutela indiretta con una estensione dell’area di tutela diretta» in quanto pare esista «la presunzione certa della prosecuzione delle strutture dell’impianto termale nelle aree circostanti non indagate». Non è chiaro se parlando di “aree circostanti non indagate” ci si riferisse anche alla fascia di terreno in questione. Ma in un’intervista a uno dei privati (a quanto pare poi uscito dalla società interessata al progetto di edificazione) a “Il Messaggero” del 23 marzo 2011 l’imprenditore diceva: «già nel febbraio del 2010 abbiamo eseguito in via preliminare, prima di indire il concorso internazionale di progettazione, un’accurata indagine con la strumentazione del georadar che ha fatto emergere come l’area fosse quasi completamente pulita. Il quasi si spiega con il rilevamento di possibili presenze, tutte da confermare, ma al di là del palazzo che ospita la vetreria, lontano dagli attuali sondaggi». E al di là del palazzo della vetreria c’è proprio l’area non indagata, al confine con il parcheggio che copre le Terme Romane. Ora le associazioni sono tornate a fare quadrato per mettere in piedi azioni a difesa delle Terme Romane in una partecipata riunione alla Casa del volontariato.

*REDAZIONE  L’Inchiesta Quotiano
Mercoledi 11 giugno 2014

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