Note conclusive
Il complesso sembra rivestire un carattere pubblico, a giudicare dalle notevoli dimensioni, dalla mancanza totale di connessioni con strutture di carattere abitativo privato e soprattutto dalle caratteristiche di complesso accessibile direttamente dalla via Latina, tramite il diverticolo basolato inserito in quello che sembra essere un’ampio cortile.
E’ possibile che l’edificio fosse alimentato da un’acquedotto che passava nei pressi del Ponte e della Fontana, i cui resti delle arcate erano visibili fino alla metà del ‘900.
Resta il problema dell’eventuale connessione con il centro urbano, di difficile risoluzione vista la scarsità dei dati disponibili su Frusino in età imperiale e tardo antica.
Certo la città appare limitata al confine rappresentato dalla sponda sinistra del Cosa, dove sembrano svilupparsi quartieri abitativi dalla tarda repubblica all’epoca imperiale e dove viene costruito l’anfiteatro.
Viceversa le Terme, piuttosto lontane dal vecchio abitato di altura, si pongono in corrispondenza della viabilità principale di lunga percorrenza e di un’importante nodo stradale dove s’incrociano la via Latina, la strada che da Sora percorre la valle del Liri dirigendosi verso l’Appia e Terracina ed alcuni tracciati minori per Veroli ed Alatri.
Anche la toponomastica, infatti, che designa la località come “Osteria del Passo”, è indicativa in tal senso.
Frosinone, assente Tabula Peutingeriana, compare però come luogo di sosta della via Latina nell’Itinerarium Antonini, posta a VII miglia da Ferentinum e ha XIII prima di Fregellanum. Inoltre il passaggio sul Cosa della via Latina, in corrispondenza dell’attuale ponte della Fontana, dovette rappresentare un punto di guado fondamentale per un tempo lunghissimo, almeno dalla tarda repubblica – come testimonia l’iscrizione citata – fino di certo al XVI sec. , quando Stefano Colonna attraverso il Cosa proprio in quel punto.
La via Latina, del resto, e di conseguenza i centri su di essi gravitanti, ebbero nel tardo impero un ruolo primario nelle comunicazioni fra la campagna e Roma per le precarie condizioni di agibilità della via Appia, non più ogetto di costanti manutenzioni e soggetta ad impaludamenti.
Da Procopio sappiamo che la Latina, durante le guerre greco-gotiche (535-553), fù utilizzata dalle truppe bizantine e poi da Totila per gli spostamenti da sud a nord e il trasporto delle vettovaglie a Roma in alternativa alla via marittima da Napoli verso i porti di Anzio o di Ostia.
Anche se non disponiamo di dati cronologici precisi, c’è da chiedersi se l’abbandono e lo smontaggio dell’edificio termale non possa essere in rapporto con questi eventi.
SANDRA GATTI
Sovrintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
DIANA RAIANO
Sovrintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
Testo tratto da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
LAZIO E SABINA 6
a cura di Giuseppina Ghini.
Atti del Convegno
“Sesto Incontro di Studi sul lazio e la Sabina”
Roma 4-6-mazro 2009.
Edizioni Quasar
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