Gli Ambienti Termali

Complesso Termale

Parte del complesso termale

Del complesso termale sono stati individuati 9 ambienti, più altri 4 di cui sono visibili solo le fondazioni; in particolare i vani sud-occidentali costituivano il reparto delle sale calde.
Di questi, l’ ambiente 5 , ampio 40 mq e disposto nell’angolo sud-occidentale dell’impianto, è il più articolato dal punto di vista planimetrico, con un’abside al centro del lato occidentale e due nicchie rettangolari alla estrenità e costituiva certamente il calidarium.

Calidarium

Calidarium


Infatti, alla base dei muri sono state rinvenute, ancora in posto, le tegole dell’intercapedine parietale per il passaggio dell’aria calda ed ancora è visibile parte del vespaio di pilastrini di bessali sopra cui poggiavano altri laterizi che costituivano la base per il pavimento vero e proprio, probabilmente a mosaico, considerati i numerosi lacerti musivi con tessere bianche e nere rinvenute all’interno dell’ambiente.

Sebbene non ne siano rimaste tracce, si potrebbe ipotizzare due vasche per il bagno caldo in immersione negli spazi rettangolari e la schola labri, vasca o fontana destinata alle aspersioni con acqua fredda, nell’area absidale .
Peraltro il percorso di uno scarico d’acqua da questo vano verso il canale esterno è ancora riconoscibile nella conduttura fittile in situ (tubulo circolare del diametro di 12,5 cm.) inglobata all’interno del muro meridionale dell’ambiente 4.

Tale vano di forma quadrangolare e conservato in elevato per cm 90 c.a, è stato aggiunto in una seconda fase nell’area esterna del complesso, nello spazio libero fra il muro sud-occidentale dell’ambiente (5) e il canale, tagliando un tratto di muro del calidarium, individuato infatti solo a livello di fondazione.

Leggermente differente dal resto del complesso termale per l’orientamento, per un minor spessore dei muri e per la tecnica edilizia, che vede impiegati nella cortina muraria tegole alternate ai laterizi, il locale (4) era accessibile verso nord, dove è presente un’apertura, poi tamponata , e un corridoio d’ingresso orientato est-ovest; il lato orientale era comunicante con l’ambiente (5) attraverso un breve canale, costituito da due spallette in pietra e un fondo di tegole con evidenti tracce di un forte calore e terra nerissimamista a carboni e cenere.
Il vano (4) è quindi interpretabile come un secondo forno, forse occupato al livello superiore da una caldaia, costruito durante il periodo di utilizzo del complesso, dopo aver constatato probabilmente che il flusso di calore proveniente dal forono 18 retrostante ilvano 7 non riscaldava sufficientemente l’ambiente (5).

Difatti, il forno originario era localizzato nella parte centrale dell’edificio balneare e, anche se non è stato indagato per la presenza delle impalcature, è stata riconosciuta l’imboccatura nel lato settentrionale dell’ambiente (7); questa era costituita da un canale, rintracciato per m. 3 ca., delimitato da blocchi di pietra marnosa arenaria alti fra i 47 e i 65 cm., al cui interno è stato rinvenuto un gran quantitativo di cenere compatta. L’aria calda che percorreva tale condotto “sfociava”  e si diffondeva nel vespaio di pilastrini, rintracciati anche in questo ambiente in buono stato di conservazione.

Fra questo vano (7) ed il  calidarium (5), l’ambiente (6) completa il reparto delle sale calde; di mq 32 di superficie, è a pianta rettangolare con strutture murarie conservate per un elevato piuttosto esiguo e la sottopavimentazione dei bipedali di cui rimangono le tracce nella malta di alloggiamenti, asportati per la maggior parte già in epoca antica.

A livello di frequentazione, era forse provvisto di una vasca rettangolare corrispondente alla nicchia visibile sul lato settentrionale ma, non essendo stato possibile indagare oltre, tale disposizione planimetrica potrebbe anche essere letta come andito di accesso al vano.

Sono state individuate due vasche, la prima rivestita in cocciopesto a pianta quadrata o rettangolare con il lato settentrionale curvo, destinata verosibilmente a bagni caldi, vista la vicinanza con il calidario, e l’altra, di forma quadrangolare, in origine rivestita con lastre di marmo bianco che conserva, inseriti nella preparazione pavimentale di cocciopesto, frammenti marmorei per una migliore aderenza delle lastre di rivestimento.

Un tubolo a sezione circolare, di cm 12 di diametro, è inglobato nel muro meridonale a cm. 70 di altezza, posto in direzione del tratto fianle del canale che accoglie con un varco apposito il flusso dell’acqua proveniente dalla vasca 8, attestando la contemporaneità di costruzione dell’ambiente, e del complesso termale in generale, con la rete di canalizzazioni.

La vasca era verosibilmente pertinente al frigidarium, localizzato nei vani 8,9,15 e 16, secondo un’asse ortogonale a quello delle sale calde.

Mosaico tema a svastica

Mosaico tema a svastica

Di tali ambienti, il ( 9 ) era dotato di un pavimento in mosaico, parzialmente conservato, mentre esigui lacerti di una pavimentazione musiva con motivo “a svastica“, a quota leggermente superiore, sono pertinenti al vano 15 come fosse un corridoio. Oltre questo corridoio sono stati conosciuti, seppur in pessimo stato di conservazione, ulteriori brani di mosaico con uno schema decorativo anologo a quello dell’ambiente ( 9 ), per cui si è ipotizzata l’esistenza di un altro vano mosaico ( ambiente 16 ), financheggiato forse da una secodna vasca speculare alla 8.

In particolare, la pavimentazione musiva del vano ( 9 ), a pianta quadrata ( m 5,00 x 5,00 ) è costituita da un mosaico bianco e nero di tipo geometrico ( tessere cm 1,2/1,5 in ordito dritto) con inserzione di piastrelle quadrate di marmo bianco, secondo una disposizione regolare.

Malgrado le lacune, lo schema decorativo è facilmente ricostruibile: una larga banda perimetrale bianca ( cm 50 ) precede una doppia cornice nera, presente su tre lati tranne quello settentrionale; l’area centrale a sfondo bianco è ripartita in linee nere in 13 fasce parallele ( 17 nella ricostruzione ) di due larghezze diverse ( cm 30, cm 15 ).
Le fasce sono poi frazionate da ortogonali righe nere poste a cadenze sfalzate, in quadrati e rettangoli, all’interno dei quali è posizionata la formella in marmo bianco (cm 6 di lato quando inserita in un quadrato, cm 3 in un rettangolo.
La stesura del reticolo geometrico prevedeva verosibilmente 6 fasce a est e 6 ad ovest, aternativamente suddivise in quadrati e rettangoli, e al centro una fascia quadrata affiancata da due rettangoli.
Di tale decorazione musiva non sono stati rintracciati confronti puntuali, mentre esempi simili ma più antichi sono documentati in loc. Piano S.Giacomo a Corfinio (L’Aquila), dove in un edificio porticato è stata rinvenuta una pavimentazione musiva con piastrelle marmoree al centro di ornati geometrici con tessere bianche e nere, e nel sito Tres Tabarnae nell’ agropontino dove il pavimento di un’ambiente relativo ad un edificio di prestigio è costituito da un disegno geometrico bianco e nero impreziosito da piastrelle di marmo esagonali.
Anche a Tindari  in vari ambienti di edificio termale di II-III sec. d.C. compaiono mattonelle di marmo di forma e dimensione variabili, inserite entro mosaici di tessere bianche e nere, secondo una tendenza che vede impiegare al massimo le scorte di marmo create immagazzinado e conservando lastre già utilizzate, come attestano i molti esempi ostiensi datati dalla seconda metà del III d.C. ai primi decenni del V (Terme del Filosofo, Terme di Porta Marina, Terme Bizantine).

In alcuni parti del pavimento vi sono poi delle lastre frammentarie in marmo, che potrebbero essere state utilizzate per restaurare l’ordito o, appartenute a rivestimento parietale, crollate sopra il mosaico nella fase di abbandono del complesso.All’ angolo sud-orientale, al livello più basso della pavimentazione, si sono individuate due canalette, entrambe con sbocco nel canale C, probabilmente pertinenti dello scarico di fontanelle, o più semplicemente relativo allo smaltimento di acque per operazioni di pulizia; è forse in tale occasioni che si accomularono in una fossetta sul fondo sconnesso di una di queste canalette, le 36 monete bronzee di basso conio e quasi tutte illegibili, perse dai frequentatori delle terme.

Degli altri ambienti termali, localizzati nel settore orientale del complesso, si conservano solo le strutture di fondazione ed una canalette di scolo delle acque, dirette verso il canale C, larga cm 30, con pareti rivestite di laterizi, che lascerebbe presumere la presenza di una vasca o di una fontana del piano di frequentazione del piano 11.
Per altro, le planimetrie degli ambienti 12, 13, 14 non sono ricostruibili interalmente, visto che alcuni lati sono posti in aree non scavate, per cui poco si può dire riguardo l’originaria destinazione funzionale di questo settore ( ambienti di servizio? Settori delle terme con usi diversi? ).
Ben conservata è la rete idrica di deflusso delle acque relative al funzionamento delle attività termali del complesso. Il canale posto a quota più elevato è orientato a nord-sud e corre lungo tutto il fronte esterno occidentale; è costituito da un piano di tegole (cm 50 x 34 ) poste con le alette verso l alto, pareti in laterizi alte cm 35 e copertura in conglomerato cementizio a volta semplice, per un’elevato complessivo di cm 70. La struttura intradossale della volta è formata da laterizi posizionati ” a cappuccina” con un coppo al colmo, impostati direttamente sulle spallette del canale, mentre l’ estradosso è rivestito in cocciopesto.
Il condotto ha inizio dall’ambiente ( 3 ) prosegue per m 13,00 , piega ad angolo ricevendo le acque del calidarium, tramite la conduttura fittile in situ nell’ambiente ( 4 ), e dopo m 22,00 quelle della vasca ( 8 ) del frigidario.
Lungo il fronte meridionale, il canale è chiuso da tegole e sesquipedali alloggiati in piano sopra le spallette, alternativamente per lungo e per largo e alcuni di questi laterizi sono contrassegnati da segni di fabbrica e da bolli figurati come il ramo di palma. Si conservano alcuni brevissimi lacerti della volta cementizia, con intradosso di laterizi ” a cappuccina”, che costituiva, analogalmente al primo tratto, la copertura del canale.
Superata la vasca ( 8 ) del frigidario, il canale sfocia in un punto di raccolta, con un pozzetto rettangolare di decantazione, dove convogliavano anche le acque provenienti dal settore sud-orientale del complesso ( canale C ), che poi proseguivano con altre canalizzazzioni in direzione del fiume Cosa.
la datazione della costruzione del complesso al periodo tardoimperiale ( seconda metà III secolo d.C. ) è determinata da un’analisi delle strutture e dei materiali ceramici, ed è avvalorata dal ritrovamento di una moneta dioclezianea sui bipedali del prefurnio, coperte dagli strati di cenere compatta, quindi relativa alla fase di uso, mentre un’altra moneta, sempre dioclezianea, è stata rinvenuta all’interno di una fossa all’esterno del complesso.

Le terme furono poi abbandonate in un periodo non esattamente precisabile, tra il V ed il VI sec. d.C., epoca nella quale risalgono i materiali negli strati d’interro delle canalizzazioni e degli ambienti.

SANDRA GATTI
Sovrintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

DIANA RAIANO
Sovrintendenza per i Beni Archeologici del Lazio

Testo tratto da:
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio
LAZIO E SABINA 6
a cura di Giuseppina Ghini.
Atti del Convegno
Sesto Incontro di Studi sul lazio e la Sabina
Roma 4-6-mazro 2009.
Edizioni Quasar